Leland Sklar, leggendario bassista degli studi e dei palchi

Leland Sklar è uno dei bassisti più registrati al mondo. Da James Taylor a Phil Collins, ha segnato la storia della musica con il suo basso unico e il suo stile inimitabile. Scopri il percorso di un gigante discreto diventato leggenda.



Lo avrete sicuramente visto da qualche parte, anche senza saperlo. Quella barba bianca incredibile. Quello sguardo divertito. E soprattutto, quel basso. Leland Sklar è uno dei musicisti più registrati della storia della musica, eppure rimane un mistero per molti. Non una rockstar sotto i riflettori, no. Ma un pilastro, un artigiano, un maestro del basso che ha accompagnato i più grandi.

Oggi volevo parlarvi di lui, perché il suo percorso è semplicemente affascinante. E perché dietro le sue migliaia di registrazioni c’è una filosofia della musica che vale la pena scoprire.

Da prodigio del pianoforte a innamorato del basso

Tutto inizia nel 1947, a Milwaukee, ma è in California che Leland cresce. Da giovanissimo si appassiona al pianoforte. A cinque anni inizia con la musica classica, ispirato da Liberace, che vede in televisione. A sette anni vince già un premio al Hollywood Bowl. Non male.

Ma nell’adolescenza si stufa delle partiture rigide. Un insegnante ispirato gli mette un contrabbasso nelle mani, ed è amore a prima vista. Poco dopo, con l’arrivo dei Beatles e della musica amplificata, il basso elettrico diventa il suo nuovo strumento prediletto. E da lì non lo lascerà più.

Frequentò l’università, pensò per un po’ di diventare illustratore medico, ma la sua passione per la musica era troppo forte. Si gettò a capofitto nella vita di musicista.

All’ombra delle star… ma sempre nel cuore del suono

Il grande pubblico scopre Leland Sklar negli anni ’70. Prima entra nel gruppo di tournée di James Taylor, poi diventa membro fondatore del leggendario collettivo The Section, con Danny Kortchmar, Craig Doerge e Russ Kunkel. Questo gruppo di musicisti da studio diventa la colonna sonora ufficiosa del soft rock californiano: Jackson Browne, Carole King, Linda Ronstadt… tutti li chiamano.

E Leland? Ha messo il suo basso su album diventati cult, come Mud Slide Slim o Running on Empty. Il suo modo di suonare, allo stesso tempo fluido, melodico e incredibilmente preciso, è diventato una firma. Non cerca di brillare — fa brillare gli altri.

Negli anni ’80 entra nel circolo ristretto di Phil Collins. Studio, tournée mondiali, videoclip... È sempre presente in tutte le avventure, compresa la leggendaria tournée “No Jacket Required”. E questo è solo un esempio. Ha suonato anche con Toto, Reba McEntire, Bette Midler, Billy Cobham, Dolly Parton, e tanti altri che sarebbe quasi più facile fare l’elenco degli artisti con cui non ha suonato.

Dalla scena allo schermo, Leland è ovunque

La musica di Leland Sklar non si limita agli album. La si trova anche nel cinema e in televisione. Ha partecipato a colonne sonore molto diverse tra loro, come Birdy, The Prince of Egypt, Groundhog Day o Legally Blonde. E se siete fan delle serie vintage, probabilmente l’avete sentito in The A-Team, Hill Street Blues o L.A. Law.

È un camaleonte. Si adatta a tutti gli stili, a tutti i formati, senza mai perdere la sua identità musicale. Non è lì per impressionare. È lì per servire la canzone. Ed è proprio questo che lo rende così prezioso.

Una presenza sempre viva (e connessa)

Anche oggi, a più di 75 anni, Leland Sklar è lontano dal ritirarsi. Dal 2018 suona con The Immediate Family, un supergruppo formato con i suoi vecchi complici. Insieme, rivedono lo spirito del rock californiano offrendo nuovi brani. E funziona!

Ma ciò che lo rende ancora più affettuoso è la sua presenza online. Sul suo canale YouTube, condivide ricordi in studio, analizza canzoni, risponde alle domande dei fan… Il tutto con un umorismo tenero e una sincerità disarmante. Sembra davvero di trascorrere del tempo con un vecchio amico musicista.

E poi c’è questo progetto completamente folle: Everybody Loves Me, un libro che raccoglie migliaia di foto di persone (amici, fan, musicisti…) che gli fanno un amichevole dito medio. È assurdo, tenero, divertente e profondamente fedele alla sua natura.

Leland Sklar, l’arte di far brillare gli altri

Se dovessi riassumere Leland Sklar in una frase, sarebbe questa: fa brillare gli altri . Il suo basso non è mai invadente, ma sempre essenziale. È quella forza tranquilla nel cuore delle canzoni, quella colonna vertebrale che sostiene l’emozione senza mai rubarla.

In un mondo dove tutto va veloce, e dove lo spettacolare spesso soppianta l’autentico, Sklar ci ricorda che la musica è prima di tutto una questione di ascolto, di rispetto, di sottigliezza.

E francamente, fa davvero bene.

Grazie, Signore!

Ci vediamo presto, qui o altrove !

Chrys